Non ricordo come arrivò in casa, ma, intorno ai sei anni, mi ritrovai ad armeggiare con questa console nera, le sue “cassette”, come le chiamavo, e quel joystick dal design minimalista eppure affascinante. Era un Atari 2600 o, l’Atari, come lo chiamavo io. Da quel momento sono passato attraverso l’era degli 8 bit e quella dei 16 bit, con tutto ciò che fece da contorno a quegli anni magici: riviste, raccolte in edicola, amici con cui scambiarsi i giochi, un vortice magnetico che può comprendere appieno solo chi ci ha navigato dentro. A distanza di trent’anni mi sono ritrovato per le mani il mio fedele Commodore 64 e il mitico Megadrive, in una soffitta vuota che stava per diventare un deposito. Ma, per chi è cresciuto inseguendo il tesoro di Willy l’Orbo, una soffitta non è solo un polveroso deposito, perciò la mia è diventata una retro sala giochi, dove ho radunato le mie macchine da gioco superstiti, insieme alle console e computer che desideravo tanto e che mai ero riuscito ad ottenere (quanto era figo l’Amiga 500?!). Il lavoro è solo all’inizio, i collegamenti sono quasi pronti, alla fine con un click potrò accedere al mio gioco preferito su ogni piattaforma, ma sono anche pronto a sfidare con Ryu chiunque voglia mettermi alla prova, perché non esistono i videogame senza la sala giochi, dunque fatevi sotto!